mercoledì 29 settembre 2010

l'amore no, quello non è mai abbastanza. neanche per i pesci. che alla fine siamo noi dei pesci. ci mangiamo l'un l'altro, a catena. mangiamo, inghiottiamo, digeriamo, assaporiamo ogni singolo dettaglio dell'altro, certo, solo se è di nostro gradimento. forse per questo la mia prof. d'inglese ripete sempre "io alla vostra età mi mangiavo il mondo".. forse le piaceva proprio tutto, a lei. ed ecco perchè da piccola mi sbucciavo sempre le ginocchia solo che non le mangiavo perchè ancora dovevo metter su la dentatura. amiamo e mangiamo mangiamo e amiamo. ho imparato a chiudere gli occhi, nei momenti magici e inghiottire l'aria. apro la bocca e dò un morso enorme al nulla, alla trasparenza che ho intorno e la ingoio senza masticare. ma solo nelle occasioni più belle, quelle che vorrei rivivere ogni giorno della mia vita. come un abbraccio o un bacio o un tramonto, un campo di girasoli, o il mare l'oceano mare, o l'amore o uno sguardo un sorriso. Così. apro la bocca e l'aria e tutto quello che la circonda mi entra dentro e non esce più. è stato un buon metodo, fin'ora.
La verità è che ce la sto mettendo tutta per amare la mia vita ogni giorno. è difficile. ma ci provo. le persone pretendono tanto, troppo. troppo spesso pretendono troppo. e io sono povera di tutto, troppo spesso. di tempo di spazio di libertà di capacità di amare e di non perdermi in me stessa. è difficile. dovrei accontentarmi forse. è questo il mio problema: che io non mi accontento mai. nè per me nè per le persone che amo. e il problema è che io queste persone le seleziono al microscopio prima di regalarmi a loro. spesso ci metto neanche un minuto. guardo loro dentro, e il tempo di farmi un giro tra vene e cervello e cuore che subito riemergo e decido chi farà parte di me e chi no. e ci sono quelli che, poi, fanno parte della mia vita, non di me. così. non sai come avviene ma sai che è.così. entrano escono ballano un pò ma alla fine non entrano dentro. non fanno parte di. m e .
Oh, ma sono egoista. così. una dannatissima egoista incontentabile. una tragediografa pessimista di prima classe. se esistesse il premio nobel di questa categoria lo vincerei di sicuro.
Le vorrei qui quelle persone che ogni volta che mi sentono lamentarmi mi darebbero schiaffi fino a farmi diventare viola le guance. ma sono metaforicamente vicine, loro. così. e più ci penso più mi ricordo di quanti km ci sono tra il mio sorriso e il loro. forse per questo non chiamo mai mio padre. 
Ad ogni modo ce la sto mettendo tutta, davvero. e prima o poi convincerò anche me stessa di questo.
ma ho ancora i calzini bucati e le ginocchia piene di lividi. ho bisogno di persone che mi afferrino le spalle e mi scuotano e mi sveglino e mi gridino nelle orecchie "e h i , v i v i l a , q u e s t a m a l e d e t t a v i t a !" è che per una volta voglio che sia io a pretendere tutto dagli altri. ma stavolta, nessuno deve pretendere troppo da me. 
maaa questo non è uno stupido diario di una quindicenne perciò ci dò un taglio prima che l'idiozia mangi me. forse le piaccio.

Un giorno sarò una mela. Un giorno imparerò ad essere dolce.

farvel. adieu. au revoir. 

ps: neanche una serata ad ascoltare einaudi al buio mi aiuta ad immaginare una storia da raccontare. se vado avanti di questo passo inizierò a credere (e lo sto già facendo) che gli elementi inventiva e fantasia si siano completamente disintegrati dal mio cervello. se c'è qualcuno che pullula di queste caratteristiche a me mancanti che mi voglia aiutare batta un colpo.


pps: voglio tanti regali per il mio compleanno. e non è vero che "basta il pensiero". u.u

2 commenti:

priccina ha detto...

...ma sai, quasi quasi mi metto in fila per il Nobel! =P ...finaliste, facciamo a gara? ^_'


comunque...sei uno specchio. Lasciatelo dire. Certo non è consolatorio però almeno sai che non sei sola

Un abbraccio ^^

Ally. ha detto...

è davvero tanto per me :) grazie mille.